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La riabilitazione del pavimento pelvico maschile nell’IUS post prostatectomia

Un approccio terapeutico di efficacia comprovata. Intervista al dr. Claudio Morandini, fisioterapista CDI

L’incontinenza urinaria da stress (IUS) rappresenta una problematica di rilevante impatto clinico e psicosociale per i pazienti che si siano sottoposti a prostatectomia. Tale intervento chirurgico, sebbene vitale per il trattamento del cancro alla prostata, può comportare il deterioramento dei muscoli e dei nervi del pavimento pelvico, risultando spesso nella compromissione del controllo della vescica.

La riabilitazione del pavimento pelvico maschile si erige come un intervento terapeutico non invasivo e altamente efficace, finalizzato al miglioramento della qualità della vita di tali pazienti attraverso la mitigazione dei sintomi associati all’IUS.

La prostatectomia, procedura che implica la rimozione parziale o totale della prostata, si traduce frequentemente in un’alterazione della funzionalità muscolare del pavimento pelvico e dei nervi circostanti. Questo, a sua volta, può concorrere alla manifestazione dell’IUS, caratterizzata da perdite involontarie di urina in situazioni di aumento della pressione addominale, come tossire, starnutire, sollevare pesi o svolgere attività fisiche.

La riabilitazione del pavimento pelvico maschile si configura come un approccio terapeutico di prim’ordine, fondato su principi non invasivi e focalizzato sul rafforzamento e la coordinazione dei muscoli pelvici, al fine di ristabilire un adeguato controllo vescicale.

Idealmente avviata in un contesto post-operatorio tempestivo, la riabilitazione richiede l’assidua supervisione e l’expertise di specialisti in riabilitazione pelvica come fisiatra e fisioterapista in aggiunta al chirurgo urologo, che contribuiranno a definire un piano personalizzato, plasmato sulle peculiarità di ciascun paziente.

Gli stati di attività del pavimento pelvico

Un tassello cruciale nel mosaico terapeutico della riabilitazione pelvica è rappresentato dalla consapevolizzazione degli stati di attività del pavimento pelvico.

Queste contrazioni volontarie e successivi rilassamenti dei muscoli pelvici, se condotti diligentemente, concorrono a un loro rafforzamento sostanziale, agevolando il recupero del controllo vescicale. Gli esercizi possono essere adattati a diverse posizioni corporee, quali la seduta, la posizione eretta o quella distesa, e vanno introdotti nel quotidiano del paziente quale componente integrante della routine terapeutica.

Non solo esercizi

Parallelamente agli esercizi, il repertorio terapeutico si arricchisce di ulteriori approcci, quali il biofeedback e l’elettrostimolazione.

Il biofeedback permette al paziente di monitorare l’attività muscolare pelvica attraverso dispositivi sensoriali, consentendo una comprensione più profonda dell’attività muscolare e agevolando una corretta esecuzione degli esercizi.

L’elettrostimolazione, invece, prevede l’applicazione di deboli impulsi elettrici che stimolano i muscoli pelvici, agevolando il loro rinforzo e la consapevolezza del paziente.

Un ruolo di notevole rilevanza è attribuibile all’aspetto educativo del trattamento. L’informazione relativa alla funzione e all’anatomia dei muscoli pelvici, insieme alle pratiche raccomandazioni per il loro mantenimento in salute, rappresentano un contributo fondamentale al processo di riabilitazione. Gli specialisti in riabilitazione pelvica possono inoltre dispensare consulenza sui cambiamenti comportamentali e dietetici che contribuiscono a ottimizzare il controllo vescicale.

È opportuno sottolineare che la riabilitazione del pavimento pelvico richiede impegno costante e diligenza da parte del paziente. I risultati, spesso progressivi, possono manifestarsi gradualmente nel corso del tempo, tuttavia una pratica regolare e sistematica si tradurrà in un apprezzabile miglioramento. La relazione fiduciaria con gli specialisti in riabilitazione pelvica costituisce un fondamento essenziale per monitorare il progresso e apportare eventuali adattamenti al piano terapeutico.

In alcuni scenari, potrebbe risultare appropriato integrare la riabilitazione pelvica con altre modalità terapeutiche, quali farmaci o procedure chirurgiche aggiuntive. Un dialogo aperto e proficuo con il medico curante si rivela imprescindibile per ponderare le diverse opzioni disponibili e per adottare decisioni informate, personalizzate in base alle specificità cliniche e alle preferenze del paziente.

La riabilitazione del pavimento pelvico maschile rappresenta un tassello cruciale nell’ambito della gestione dell’incontinenza urinaria. Mediante l’impiego mirato di esercizi, l’educazione, il monitoraggio e il sostegno specializzato, i pazienti possono confidare in una rilevante risoluzione dei sintomi e un recupero significativo del controllo vescicale, coadiuvando così il processo di ritorno a una vita attiva e soddisfacente. La sinergia tra l’assiduità del paziente e la competenza degli esperti in riabilitazione pelvica costituisce il cuore pulsante di un intervento terapeutico di successo.

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