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Dolcetto o scherzetto?

La zucca (Cucurbita L. spp.), molto usata in cucina in questa stagione e simbolo della notte di Halloween, è  un ortaggio che ha suscitato vivo interesse nella ricerca scientifica. Le diverse parti di questa pianta, polpa, semi, fiori, foglie, germogli e radici) che vengono consumati in tutto il mondo contengono grandi quantità di composti bioattivi.

Nella nostra alimentazione la polpa di zucca è quella maggiormente utilizzata per la preparazione di vari piatti, ma la zucca è anche largamente coinvolta nell’industria alimentare per la produzione di pasticceria, prodotti da forno, succhi, marmellate e alimenti per bambini.

Le proprietà della zucca: la funzione della β-criptoxantina

Fra le sue proprietà, la zucca annovera il fatto di essere ricca di β-criptoxantina, un carotenoide simile nella struttura al β-carotene, ma presente solo in pochi alimenti in grande quantità. La β-criptoxantina è un antiossidante ben assorbito dagli alimenti. Recenti studi hanno messo in evidenza che questa sostanza migliorerebbe la formazione e la mineralizzazione degli osteoblasti, le cellule che producono il materiale osseo.

La β-criptoxantina è anche un precursore del retinolo, vitamina A, importante per molte funzioni, tra cui la vista. Ma la zucca contiene anche altri composti fondamentali per la cura dei nostri occhi, in particolare luteina e zeoxantina che contribuiscono alla prevenzione di patologie come cataratta e degenerazione maculare.

Maturazione e cottura della zucca

Molto interessante è anche il fatto che, maggiore è la maturazione della zucca, maggiore è il suo contenuto di vitamina C, potente antiossidante e stimolante del sistema immunitario.

La zucca contiene anche: tocoferolo (vitamina E) e numerosi minerali come potassio, calcio, sodio, magnesio e fosforo.

Importante è la cottura della zucca per conservarne le proprietà benefiche: metodi di cottura più brevi generalmente migliorano la bioaccessibilità perché ammorbidiscono e distruggono le pareti cellulari e denaturano le proteine che possono legare la β-criptoxantina.

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