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Rischio biologico: la nuova Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro

Per la prima volta nella storia, la prevenzione dei rischi biologici è oggetto di una Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro; è stata inoltre adottata una raccomandazione che chiarisce i settori più esposti e invita ad adottare procedure specifiche per gestire l’insorgenza di focolai, epidemie o pandemie sul luogo di lavoro.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha adottato la Convenzione C192 “Convenzione concernente la prevenzione e la protezione contro i rischi biologici nell’ambiente di lavoro”. Oltre 180 paesi, tra cui l’Italia, hanno contribuito all’elaborazione della Convenzione, con l’obiettivo di fornire un quadro giuridico per il rispetto, la promozione e la realizzazione del diritto a un ambiente di lavoro sicuro e sano contro i rischi biologici.

Per la prima volta, infatti, un trattato internazionale mira a proteggere i lavoratori dall’esposizione a virus, batteri e altri agenti biologici pericolosi, con norme rigorose in materia di prevenzione e gestione dei rischi. Il provvedimento si applica a tutti i lavoratori e a tutti i settori professionali, fatta salva la possibilità per gli Stati membri, al momento della ratifica e della prima applicazione, di escludere settori economici particolari, previa consultazione delle organizzazioni più rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori interessati e sulla base di una valutazione dei rischi biologici associati e delle misure preventive e di protezione da applicare.

La raccomandazione 209

Parallelamente all’adozione della Convenzione C192, che entrerà in vigore 12 mesi dopo la ratifica da parte di almeno due paesi, imponendo agli Stati membri che la ratificano un impegno di almeno dieci anni, la Conferenza ha anche approvato la Raccomandazione 209 (“Raccomandazione concernente la prevenzione e la protezione contro i rischi biologici nell’ambiente di lavoro”), un documento tecnico e operativo non vincolante contenente indicazioni dettagliate per l’attuazione delle nuove norme, in particolare la valutazione dei rischi, i sistemi di allerta precoce, le misure di preparazione e di intervento, la formazione e le definizioni specifiche dei rischi biologici e dei danni alla salute che ne derivano.

I settori più esposti

Tra i settori più esposti, la Raccomandazione cita la sanità, l’agricoltura, la gestione delle acque, i lavori di pulizia e manutenzione, i laboratori, il settore farmaceutico e delle biotecnologie, la gestione dei rifiuti, i trasporti, l’edilizia, i servizi funebri e altre professioni critiche in caso di emergenza sanitaria. Le categorie vulnerabili menzionate comprendono le donne in gravidanza, i giovani, gli anziani, i lavoratori disabili, i migranti e le persone immunodepresse.

I piani e le procedure

La Raccomandazione invita a predisporre piani e procedure che dovrebbero includere: l’elaborazione o l’aggiornamento di regolamenti per la gestione degli incidenti e delle emergenze; sistemi di rilevamento e allerta precoce; misure da adottare sul luogo di lavoro in caso di insorgenza di focolai, epidemie o pandemie, compreso il sostegno ai lavoratori e ai datori di lavoro in caso di ordinanze di isolamento e quarantena; meccanismi di coordinamento e informazione con le autorità sanitarie pubbliche; cooperazione nazionale e internazionale in materia di ricerca; la messa a disposizione di risorse umane di emergenza adeguate; misure volte a garantire l’efficace funzionamento delle strutture sanitarie e dei servizi essenziali; la preparazione delle attrezzature; la collaborazione tra le autorità nazionali e internazionali competenti in materia di sanità pubblica, gestione delle risorse idriche e dei rifiuti, salute ambientale, salute sul lavoro e salute veterinaria, gli ispettori del lavoro e altri esperti e partner interessati; sistemi di reazione rapida in materia di sanità pubblica e comunicazione in tempo reale dei pareri degli esperti per gestire i focolai; formazione dei medici del lavoro sui potenziali rischi biologici, sostenuta da un monitoraggio clinico o di laboratorio.

Clicca qui per scaricare la Convenzione OIL C192 (“Convenzione concernente la prevenzione e la protezione contro i rischi biologici nell’ambiente di lavoro”)

Clicca qui per scaricare la Raccomandazione OIL 209 (“Raccomandazione concernente la prevenzione e la protezione contro i rischi biologici nell’ambiente di lavoro”)

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