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Rientro a scuola: zaini pesanti e posture scorrette

Intervista ad Alberto Proto, Emanuela Rossetti, Luca Tagliabue, fisioterapisti CDI

I dati riferiti nella letteratura degli ultimi decenni dimostrano un preoccupante aumento del mal di schiena tra i bambini già all’età di 6-7 anni e tra i ragazzi compresi nella fascia di età tra gli 11 e i 15 anni. Infatti cattive abitudini a scuola come zaini pesanti o posture scorrette, possono creare problemi alla schiena e lo dimostrano i sempre più frequenti casi di patologie riscontrate (dorso curvo, scoliosi etc..).

Zaini pesanti e posture scorrette: quanto incidono sullo sviluppo di patologie vertebrali?
Nel periodo scolare si forma non solo il carattere ma anche la crescita principale del corpo di un giovane: lo sviluppo inadeguato della muscolatura che sostiene la colonna vertebrale, con conseguente minor elasticità, dolore e a volte atteggiamento di dorso curvo, sono tutte concause della formazione di problematiche dolorose che possono trasformarsi in vere e proprie patologie della colonna vertebrale.

Una delle patologie vertebrali più frequenti che si manifesta in età evolutiva è senz’altro la Scoliosi: quali sono le cause?
La scoliosi insorge tipicamente durante l’età dello sviluppo, intorno ai 9/11 anni, per poi evolvere con ritmi variabili fino al termine dell’accrescimento scheletrico. Colpisce maggiormente il sesso femminile con un rapporto di 4 a 1 rispetto a quello maschile e in un caso su tre è ereditaria. Parlando di scoliosi occorre innanzitutto distinguerla dall’ ”atteggiamento scoliotico”: mentre la prima è una patologia vera e propria (Scoliosi Idiopatica, circa il 70/80% dei casi) che si manifesta come una deformità della colonna vertebrale associata a una torsione delle vertebre stesse nei 3 piani dello spazio (si traduce visivamente in una notevole asimmetria delle spalle,del tronco e dei fianchi), nel secondo caso ci troviamo di fronte ad atteggiamenti viziati dovuti principalmente a mancanza di attività fisica ed a posizioni scorrette mantenute a lungo, ma non corrispondono ad una effettiva deformazione della colonna vertebrale.
L’ aggressività della scoliosi dipende in larga misura dall’età in cui compare: in genere le scoliosi a evoluzione più importante sono quelle che si manifestano già in età scolare (6/9 anni) o addirittura infantile (3/6 anni).

E’ possibile prevenire la comparsa di patologie vertebrali?
Il primo passo per inibire la comparsa dei dismorfismi vertebrali in età evolutiva è senz’altro la prevenzione che deve necessariamente partire dal luogo dove i bambini/adolescenti passano la maggior parte del tempo: la scuola.
Una serie di consigli da parte del Ministero della Sanità sono stati divulgati sul sito del ministero in apposita sezione proprio come scopo preventivo:

1) educare i bambini ad avere sempre una corretta postura, sia in posizione eretta che da seduti; una postura mantenuta scorretta per un tempo prolungato può portare a uno squilibrio muscolare con irrigidimento di alcuni gruppi muscolari e l’indebolimento di altri. Da seduto la corretta posizione è quella con la schiena dritta per cui a scuola banchi e sedie devono avere un’altezza proporzionata al fisico dell’alunno cosi da garantire il mantenimento delle curve fisiologiche; nello specifico, quando siamo seduti al banco di scuola è importante che i piedi poggino completamente sul pavimento, sotto al banco deve esserci spazio sufficiente per muovere le gambe, il piano di seduta della sedia non deve comprimere sulle cosce e deve esserci uno spazio libero tra la parte posteriore delle ginocchia ed il bordo anteriore della sedia, gli avambracci devono appoggiare con un angolo di circa 90°, la schiena deve essere ben appoggiata allo schienale e non curva sul banco e infine non poggiare il gomito sul banco con il mento poggiato sulla mano.

2) il peso degli zaini non dovrebbe superare il 10/15 % del peso corporeo dell’alunno; uno zaino eccessivamente pesante portato sulle spalle da un bambino, determina un’attivazione delle masse muscolari dorso-lombari che essendo non ancora completamente sviluppati, possono portare a un’ accentazione delle curve fisiologiche della colonna vertebrale.
Per cui una zainetto ergonomico deve avere:

  • dimensioni adeguate al bambino
  • schienale rigido e imbottito
  • bretelle ampie, regolabili e imbottite (le imbottiture sono molto importanti perché permettono una maggiore stabilità, evitano sbilanciamenti durante il cammino ed aiutano a mantenere una corretta postura)
  • cintura addominale (importante per mantenere lo zaino fermo mentre si sta camminando)
  • leggero (a vuoto)
  • più comparti interni per distribuire meglio il contenuto
  • una maniglia per sollevarlo o trasportarlo a mano.

E’ inoltre importante che lo zaino venga indossato e riempito correttamente (riempire lo zaino partendo dallo schienale mettendo le cose più pesanti e poi via via le cose meno pesanti) per far si che il carico venga ripartito simmetricamente e non solo su un lato; proprio per questo è consigliabile non portare lo zaino su una spalla sola o con la parte inferiore troppo bassa sul bacino. Buona norma, quando è possibile, togliere lo zaino dalle spalle e appoggiarlo a terra per far si che le masse muscolari abbiano tempo di riposare. il trolley è un ottima alternativa agli zaini tradizionali per non aggravare le spalle di materiale scolastico e, nello specifico, tutto l’arco vertebrale.

3) educare l’alunno a selezionare nel corredo giornaliero solo l’essenziale per diminuire i carico ponderale portato nello zaino; le case editrici hanno tenuto conto del problema con testi scolastici in fascicoli e con la possibilità di testi e-book.

4) non deve mai mancare comunque lo sport. Lo sport infatti è una necessità per la buona crescita e lo sviluppo armonico corporeo. La pratica di un’attività sportiva non condotta ad alto livello, e intendendo con questo senza un carico di allenamenti quotidiano e svolto per diverse ore, non ha influenza negativa sulla scoliosi. La scoliosi soprattutto se lieve o moderata non controindica nella maniera più assoluta la pratica di un attività sportiva qualunque essa sia. Ciascuno sport ha i suoi pregi ed i suoi difetti, ma non ce ne sono di assolutamente vietati, o di vivamente raccomandati. Semmai si potrebbe discutere sulle modalità con cui viene effettuato lo sport. Un soggetto affetto da scoliosi infatti dovrebbe evitare un attività agonistica spinta cosi come è assolutamente controindicata una vita sedentaria. In altre parole, è stato provato che lo sport fa male se fatto troppo o se fatto troppo poco. Un tempo gli sport asimmetrici come il tennis erano visti quasi come un demonio e venivano assolutamente controindicanti nei soggetti affetti da scoliosi. Oggi l’approccio è meno radicale, e le proibizioni meno terroristiche. Ad oggi, infatti, la ricerca non è riuscita a fornire prove serie che esistano sport negativi per la scoliosi, purche prtaicati a livello non agonistico. I pregiudizi rimangono tuttavia numerosi, e non solo contro gli sport cosiddetti asimmetrici, ma anche verso l’equitazione, la corsa, il basket, il volley etc per i supposti effetti negativi degli impatti legati a queste attività sportive. Diversi studi hanno invece dimostrato che, ad esempio, andare a cavallo non rappresenta un fattore di rischio per chi è affetto da scoliosi. Anzi, in questi soggetti, l’equitazione può essere un ottimo allenamento, in quanto stimola molto l’equilibrio, allena la muscolatura paravertebrale e richiede un continuo controllo posturale.

5) non sottovalutare le insidie di un’età “critica”. Spesso la ipercifosi della colonna vertebrale viene scambiata per una postura assunta per timidezza; è dunque importante che insegnati e genitori individuino i malesseri dell’alunno. Di norma la scoliosi è asintomatica e non è causa diretta del dolore o comunque come la scoliosi sia causa del dolore non e chiaro, ma sembra che nei pazienti adulti l’intensità del dolore percepito sia inversamente proporzionale alla “flessibilità” della curva. Inoltre, poiché la scoliosi è difficilmente causa primaria di dolore è bene valutare ogni altra possibile eziologia: fattori che possono essere correlati al dolore avvertito dal paziente affetto da scoliosi (causa o effetto?) possono essere: deficit del controllo motorio, instabilità e carico funzionale eccessivo.
E’ quindi bene sottoporre i bambini a periodiche visite dal pediatra, il quale in caso di sospetto indirizzerà verso lo specialista di scoliosi (fisiatra od ortopedico) che, una volta fatta diagnosi certa e “quantificata” la gravità della scoliosi, formulerà il Progetto Riabilitativo Individuale (PRI) più adatto.
Lo specialista dopo attenta anamnesi ed un accurato esame obiettivo, potrebbe quantificare il dismorfismo scoliotico utilizzando inoltre metodiche strumentali di ultima generazione quale, ad esempio, il Sistema di Scansione Morfologica Formetric.
Tale Sistema consente di effettuare una rapida ed estesa scansione ottica non invasiva con lo scopo ultimo di rilevare tridimensionalmente la morfologia della colonna vertebrale e quindi della sua postura; grazie all’abolizione dell’esposizione ai raggi X, può essere impiegata come “via di mezzo” tra l’indagine clinica e la tecnica diagnostica per immagini di tipo convenzionale (radiografia, risonanza magnetica etc.).
Il sistema rileva automaticamente i punti di repere (C7, osso sacro, fossa lombare, ecc.), la linea mediana della colonna vertebrale e la rotazione della stessa. Il risultato è la creazione di un modello tridimensionale della colonna vertebrale nella sua interezza, con rappresentazione della sua morfologia e rotazione e della posizione del bacino. La possibilità di applicare dei marker offre inoltre la possibilità di rilevare specifici punti sulla superficie corporea del paziente. Il ridotto tempo di rilevamento, pari a soli 40 millisecondi, rende l’utilizzo di questo sistema sicuro anche quando si tratta di bambini o di pazienti poco collaborativi.

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