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La tomosintesi nella diagnosi della mammella: stato dell'arte

Cos’è la tomosintesi?
Per sconfiggere il cancro al seno, la prevenzione resta l’arma fondamentale. In tal senso, l’adozione della tomosintesi mammaria, tecnologia all’avanguardia utilizzata per la prevenzione senologica, permette di ricostruire immagini volumetriche della mammella a partire da un numero di proiezioni bidimensionali, ottenute con angolazioni diverse del tubo radiogeno e ottimizzate grazie a sistemi a bassa dose. .
Il principio della tomosintesi è simile a quello applicato nella vecchia tecnica stratigrafica, poiché la tomosintesi digitale permette di ricostruire un numero arbitrario di piani a partire dalla stessa sequenza di proiezioni bidimensionali.
Si tratta in pratica di una mammografia tridimensionale ad alta definizione: un passo avanti della tecnologia e un elemento di grande rilevanza clinica per la diagnosi precoce della patologia neoplastica della mammella.

Quali sono i vantaggi?
Una delle principali limitazioni nella mammografia 2 D ovvero “tradizionale” è la valutazione della sovrapposizione di tessuti di varia tipologia che può diminuire la visibilità di lesioni di piccola entità e in particolare di piccole neoplasie, con il rischio di non diagnosticare lesioni in fase precoce o di richiedere approfondimenti e richiami che aumentato lo stress della paziente.
Nel 1990, l’avvento dei rivelatori digitali a schermo piatto con immagini ad alta qualità e lo sviluppo di algoritmi algebrici ricostruzione ha consentito alla Tomosintesi di evolversi come un’eccellente modalità di imaging del seno. I dati preliminari dimostrarono che la Tomosintesi è un importante sviluppo tecnologico con impatto sull’anticipazione diagnostica nelle lesioni neoplastiche mammella.

Parliamo di una maggiore sensibilità?
Ormai molti studi scientifici hanno dimostrato che la Tomosintesi è in grado di aumentare la sensibilità senza aumentare il tasso di richiamo. In particolare l’analisi recente su circa 12.600 casi (OSLO Tomosintesi Screening, 2013) ha dimostrato che l’uso della Tomosintesi ha determinato un più elevato tasso di individuazione dei tumori al seno (+ 40% p <0,01) e allo stesso tempo, una significativa diminuzione dei risultati falsi positivi (-15% p <0,01).
Per queste ragioni la Tomosintesi è sempre più utilizzata nella pratica clinica; inoltre recentemente, è stato dimostrato che la proiezione che sintetizza i dati “3D” è paragonabile alle tradizionali immagini mammografiche “2D” e questo permette di evitare la doppia esposizione (2D+3D), diminuendo quindi il rischio dosimetrico.
In conclusione mammografia digitale 2D mantiene il suo valore indiscusso ma il ricorso allo studio 3D cioè alla Tomosintesi consentirà un progressivo guadagno in termini di accuratezza diagnostica (sensibilità e specificità) e anticipazione diagnostica, con l’unico limite di un aumento del tempo necessario per lettura da parte del radiologo, destinato peraltro a ridursi con il crescere dell’esperienza clinica.

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