Intervista alla dott.ssa Giulia Bonizzoni, psicologa-psicoterapeuta CDI

L’obiettivo del presente articolo non è esaurire la complessità che ne caratterizza l’ambito di studio, bensì condividere alcune informazioni che possono tornar utili alla comprensione della tematica relativa all’incongruenza di genere, nonché i punti cardine delle linee guida relative agli standards of care della WPATH (World Professional Association for Transgender Health).
Parlare di identità di genere è diventato essenziale nella nostra epoca storica. Le richieste eterogenee su questo tema da parte di adolescenti, giovani adulti e delle loro famiglie ai servizi privati e pubblici sono in costante aumento. Tuttavia, nei percorsi formativi universitari e nei training psicoterapeutici, i temi relativi all’identità di genere sono ancora poco trattati. Di conseguenza, la percentuale di professionisti preparati su queste tematiche risulta piuttosto esigua.
Cosa si intende per genere
E’ indispensabile comprendere ciò che si intende per genere e conoscere che tale termine ha tre componenti principali:
- identità di genere: il senso di sé, unità e persistenza della propria individualità maschile, femminile, alternativa/non binaria
- ruolo di genere: comportamenti, attitudini, tratti di personalità che una società designa come maschili o femminili, ossia più tipici del ruolo sociale maschile, femminile
- espressione di genere: modalità di esprimere la propria identità di genere a sé stessi e agli altri.
Dal rapporto tra genere e sesso, questo ultimo definibile come insieme di attributi che caratterizzano un maschio, una femmina o una persona intersessuale dal punto di vista biologico, se ne evincono differenti categorie identitarie; per scelta nel suddetto articolo verrà discussa l’evoluzione della diagnosi relativa all’incongruenza di genere.
L’incongruenza di genere
Il mondo dell’incongruenza di genere è complesso e lo stesso vale per la diagnosi. Le evoluzioni sono state numerose e quelle che ci interpellano maggiormente e contemporanee sono l’una relativa al passaggio, all’interno del Manuale Diagnostico DSM 5, ove non si definisce più disturbo dell’identità di genere, bensì Disforia di Genere. Ciò trasforma in modo importante la concezione delle condizioni transgender, mettendo in evidenza non tanto il disturbo quanto la condizione di sofferenza, disforia per l’appunto; un’altra, a mio avviso, ancor più evolutiva trasformazione nel significato della diagnosi avviene con l’undicesima edizione dell’ICD-11 (International Classification of Diseases 11th Revision) il quale introduce a una nuova espressione diagnostica che è l’incongruenza di genere, già spesso citata; essa viene inoltre inserita all’interno di una nuova sezione “condizioni relative alla salute sessuale”; ritengo esser ciò ancor più “rivoluzionario” poiché la dicitura “incongruenza” è descrittiva e non evoca in maniera automatica un vissuto di sofferenza. In effetti, nell’esperienza, il vissuto di sofferenza non è infatti sistematicamente presente.
In particolar modo il concetto di incongruenza di genere rientra, prendendo direttamente quanto contenuto nel manuale, tra “le esperienze psicologiche che possono richiedere attenzione clinica”. L’ottica è quella secondo cui tale categoria descrive “esperienze soggettive di particolari popolazioni che possono rivolgersi ai servizi per la salute mentale a causa delle difficoltà associate a condizioni che non possono essere considerate patologiche in quanto tali”.
Incongruenza di Genere e Vulnerabilità Psicologiche
Gli studi dimostrano come giovani, bambini, adolescenti con incongruenza di genere possono infatti presentare un’esposizione a diverse vulnerabilità psicologiche che si legano maggiormente a vissuti di insoddisfazione verso il proprio corpo e o alla non accettazione all’interno delle famiglie e degli ambienti sociali e scolastici. Inoltre, se confrontati con la popolazione generale, sono risultati più a rischio per problemi internalizzanti (depressione, ansia); nonché con maggiore rischio di condotte autolesive, tentativi di suicidio, ideazione suicidarla e disturbi del comportamento alimentare.
Tra gli adulti parimenti rilevano disturbi dell’umore e dell’ansia.
Un aspetto, tra gli altri, utile alla comprensione dello sviluppo delle identità di genere non conformi è il seguente: in ricerche è stato studiato come bambini che precocemente affermano di “essere dell’altro genere” rispetto a quelli che dicono semplicemente di “volerlo diventare”, hanno più probabilità di cercare la riassegnazione chirurgica in età adulta. Diversi studi hanno altresì dimostrato che nei bambini sono più diffusi i comportamenti cross-gender rispetto alle affermazioni di appartenenza all’altro genere.
E’ fondamentale alla comprensione e alla distinzione tra una possibile disforia di genere vera e propria a una più generale varianza di genere, che da un punto di vista prospettico ha meno possibilità di esitare in una condizione transgender in età adulta. L’identità di genere non conforme rimane poi piuttosto stabile fino alla pubertà, la quale sarà età soglia oltre la quale solo una minoranza degli adolescenti con incongruenza manterrà un’identità non conforme. Più della metà diventerà adulto cisgender omosessuale e un’altra piccola parte adulti cisgender eterosessuali.
Questi ultimi due gruppi sono definiti desisters, vale a dire persone la cui disforia è scomparsa o diminuita in maniera significativa dopo la pubertà. Al contrario, gli adulti la cui incongruenza di genere continua anche dopo lo sviluppo sono definiti persisters. In alcuni individui la disforia può comparire dopo la pubertà e sono definibili come late onset e nel loro caso è molto raro che l’incongruenza desista.
Essere seguiti dai Servizi Medici e Psicologi può fare la Differenza
I dati a disposizione sono su campioni di soggetti appartenenti agli anni Novanta; ci si attendono prevalenze differenti se si guarda ad un campione futuro e degli anni 2000. In effetti alcuni studi molto recenti, su campioni non numerosissimi del 2022, già ci dimostrano come i tassi di persistenza siano più alti.
Alla luce di quanto condiviso e delle informazioni che ci fornisce la ricerca in merito ad un aumento della qualità della vita e una riduzione dei sintomi psicopatologici nella maggior parte degli adolescenti e adulti transgender, se seguiti da servizi medici e psicologici affermativi, di seguito si specificano i raggruppamenti contenuti all’interno degli Standards of Care della WPATH:
- conoscenza di base e consapevolezza: psicologi e psicologhe sono tenuti a riconoscere: il genere come costrutto non binario che ammette un’ampia gamma di possibilità: i costrutti, orientamento sessuale e identità di genere come indipendenti, pur essendo tra loro interrelati; promozione e contezza di come le proprie attitudini e conoscenze circa l’identità e l’espressione di genere possano influenzare la qualità dell’incontro con persone gender non conforming e le loro famiglie.
- stigma, discriminazione e barriere alle cure: riconoscere il ruolo del minority stress, promuovere, attraverso un impegno attivo, lo sviluppo di ambienti affermativi e cambiamenti sociali che portino a una riduzione dello stigma.
- sviluppo del ciclo di vita: comprensione dei diversi bisogni evolutivi dei bambini e degli adolescenti, adulti, anziani, considerando l’eterogeneità dei percorsi di sviluppo e le sfide che le diverse fasi di vita pongono alle persone transgender, gender non conformi e alle loro famiglie.
- valutazione, terapie e intervento: offrire approccio multidisciplinare di assistenza alle persone transgender, gender non conformino ed in tal senso si invitano psicologi e psicologhe a lavorare in sinergia con altri professionisti.
Compito dello psicologo è valutare per ogni persona transgender, gender non conforming il modo in cui un eventuale psicopatologia associata e le esperienze di minority stress correlino con l’identità di genere; nonché sono invitati a riconoscere come terapie affermative e ricevere supporto ed assistenza aumenti la probabilità di esperienze di vita positive, così come accedere alle transizioni sociali e positivamente anche alle relazioni sentimentali e sessuali. - ricerca, istruzione e formazione: psicologi e psicologhe sono invitati a rispettare il benessere e i diritti delle persone transgender e gender non conformino che partecipano alla ricerca e a rappresentare accuratamente i risultati; nonché è raccomandato l’impegno per lavorare con persone transgender e gender non conforming in modo competente.
Conclusioni
Alla luce di quanto condiviso risulta piuttosto chiaro quanto sia cambiata la comprensione delle condizioni transgender e ad oggi l’incongruenza tra genere esperito e sesso biologico è da intendersi come “variante dell’espressione di genere umana”. L’auspicio è che al modificarsi di significati segua un’evoluzione delle pratiche cliniche e un sempre maggior aumento di benessere in persone che esperiscono incongruenza di genere e di tutti coloro che ruotano loro attorno.