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Iperidrosi, cause e rimedi per quando “si suda troppo”

Intervista al prof. Alessandro Baisi, medico chirurgo toracico e generale, consulente CDI

La sudorazione è un fenomeno fisiologico, che interessa tutta la superficie corporea. Essa ha un’importante funzione nei sistemi termoregolatori del corpo umano e può essere influenzata da stimoli emotivi, psicologici o mentali. Normalmente il nostro corpo produce circa ½ litro di sudore al giorno. L’iperidrosi, invece, è un fenomeno patologico caratterizzato dalla produzione di sudore in quantità anomala rispetto alle necessità fisiologiche della termoregolazione.

Un disturbo dalle cause ignote?
L’iperidrosi può avere importanti implicazioni sociali o lavorative. Si pensi a chi fa lavori manuali e ha le mani costantemente umide, o a chi si trova in difficoltà a porgere per saluto la mano bagnata o chi evita l’attività sportiva nel timore di sudare ancora di più. Questi imbarazzi possono diventare nel tempo causa di stress e avere un impatto negativo sulla qualità di vita, fino a causare depressione e stati ansiosi.
L’iperidrosi è dunque un fenomeno patologico, e può essere secondaria, cioè dovuta a malattie sottostanti (obesità, menopausa, neoplasie, diabete, ipertiroidismo, gotta) oppure primaria, cioè senza una causa evidente. In questi casi sembra dovuta a un’alterazione dei centri ipotalamici che attraverso la catena simpatica, provocano uno stimolo anomalo alla secrezione delle ghiandole sudoripare. L’iperidrosi primaria interessa una percentuale della popolazione tra lo 0.6% e il 5 % e può insorgere a qualunque età, anche se è più frequente negli adolescenti e nei giovani adulti, in proporzioni uguali tra uomini e donne. Certamente ha un’incidenza familiare. Tipicamente è localizzata in alcune zone corporee quali palmo delle mani, pianta dei piedi, ascelle o volto ed è bilaterale e simmetrica.

Quali sono i trattamenti attualmente disponibili?
Nel paziente che lamenta eccessiva sudorazione, è necessario innanzitutto escludere le cause di iperidrosi secondaria, raccogliendo accuratamente l’anamnesi e sottoponendolo ad esami ematochimici mirati. Se negativi, si conferma la diagnosi d’iperidrosi primaria e si discute col paziente un iter terapeutico adeguato.
I trattamenti dell’iperidrosi primaria sono essenzialmente di tipo medico o chirurgico. I trattamenti medici hanno in comune il limite di essere temporanei, cioè il loro effetto si esaurisce non appena vengono sospesi.

  • L’uso di antitraspiranti al posto dei comuni deodoranti quali soluzioni di sali di alluminio, agiscono ostruendo la parte distale dei canali escretori delle ghiandole sudoripare. Sono piuttosto efficaci nell’iperidrosi ascellare, ma hanno poco spazio dell’iperidrosi delle mani o dei piedi. A volte però provocano bruciore ed irritazione e sono maltollerati.
  • Le iniezioni di tossina botulinica A (Botox) nella pelle delle aree colpite (15-20 iniezioni per area corporea), sono efficaci nell’82-87% dei casi: il loro effetto compare 2-3 giorni dopo il trattamento ed è massimo dopo 2 settimane. Purtroppo sono piuttosto dolose, costose e devono essere ripetute ogni 6 mesi.
  • La ionoforesi consiste nell’erogare alle aree di pelle interessate deboli correnti elettriche, applicate attraverso l’acqua o un tampone umido. Si pensa che agisca bloccando le ghiandole sudoripare. E’ efficace nell’81-91% dei casi e deve essere ripetuta ogni settimana.

E la chirurgia?
I trattamenti chirurgici consistono nella rimozione delle ghiandole sudoripare o nella Simpaticectomia Endoscopica Toracica (ETS). Il primo prevede la rimozione delle ghiandole con curretage o liposuzione con una riduzione della sudorazione del 40-60%. E’ utilizzabile sono nell’iperidrosi ascellare ed ha effetti collaterali non trascurabili.

L’ETS è un vero e proprio intervento chirurgico e consiste nell’interruzione delle fibre nervose della catena del simpatico. I risultati sono molto buoni, con il successo ottenuto nel il 95 -100% dei casi, immediati dopo il risveglio, e definitivi. L’intervento viene eseguito in anestesia generale, da entrambi i lati nella stessa seduta, con un accesso toracoscopico di circa 1 cm per lato. La selezione dei pazienti è essenziale per i risultati: il candidato ideale deve avere l’esordio della malattia in giovane età, un appropriato body mass index, assenza di sudorazione notturna, assenza di comorbidità significative, assenza di bradicardia (< 55 b/m a riposo).

L’intervento comporta effetti collaterali?
L’intervento ha effetti collaterali che vanno presentati e discussi col paziente e che sono iperidrosi compensatoria (aumento della sudorazione in altri distretti corporei, generalmente il dorso), bradicardia, sindrome di Horner. La recidiva dell’iperidrosi è rara ed è dovuta all’incompletezza della resezione delle fibre nervose a causa di anomalie anatomiche imprevedibili.

L’iperidrosi è una patologia di non trascurabile rilevanza clinica e sociale che può provocare imbarazzo, ansia, disagio psicologico, disabilità. Se secondaria ad altre malattie, si risolve col trattamento delle patologie che ne sono causa. Se primitiva, richiede un trattamento specifico, in prima istanza di tipo medico. Se i risultati non sono soddisfacenti, è giusto prendere in considerazione il trattamento chirurgico con l’ETS . Questo intervento è poco invasivo, molto efficace, ha rischi ridotti, anche se può presentare effetti collaterali dei quali è necessario mettere al corrente il paziente

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