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Influenza: mai sottovalutarla

Intervista alla dott.ssa Giovanna Orlando e al dott. Claudio Droghetti, Ambulatorio vaccino-profilassi CDI

L’influenza rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi diretti ed indiretti per la gestione di casi e delle complicanze della malattia e l’attuazione delle misure di controllo. E’ tra le poche malattie infettive che di fatto ogni individuo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive.

Si tratta di una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche la morte.

Alcune fasce di popolazione, come i bambini piccoli e gli anziani, possono essere a maggior rischio di complicanze influenzali come polmonite virale, batterica secondaria e peggioramento delle condizioni mediche sottostanti.

Come si trasmette

Esistono due tipi principali di virus influenzali: A e B. La malattia si trasmette principalmente dalle goccioline diffuse attraverso la tosse o gli starnuti e può anche essere trasmessa attraverso contatto diretto o indiretto con le secrezioni respiratorie contaminate. Il periodo di incubazione dell’influenza stagionale è solitamente di due giorni, ma può variare da uno a quattro giorni.

Gli adulti possono essere in grado di diffondere la malattia da un giorno prima dell’inizio dei sintomi a circa cinque giorni dopo l’inizio dei sintomi. I bambini e le persone con un sistema immunitario indebolito possono essere più contagiosi.

Le fasce più a rischio

Gli individui a maggior rischio di complicanze correlate all’influenza sono:

  • adulti e bambini con malattie di base (malattie croniche dell’apparato respiratorio, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, diabete mellito, obesi, insufficienza renale, surrenale, neoplasie, malattie congenite o acquisite che comportano carente produzione di anticorpi, immunodepressione indotta da farmaci o a HIV, malattie infiammatorie croniche, sindromi da malassorbimento intestinali, epatopatie croniche, malattie neuromuscolari, etc),
  • persone di 65 anni ed oltre
  • donne in gravidanza
  • soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori (personale sanitario, forze di polizia Vigili del fuoco,)
  • personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (allevatori, veterinari, addetti al trasporto di animali vivi etc)
  • donatori di sangue
La prevenzione

La prevenzione della malattia si basa innanzitutto sulla scrupolosa osservanza di alcune norme di igiene:

  • lavare regolarmente le mani ed asciugarle correttamente. In assenza di acqua si possono utilizzare disinfettanti a base alcolica
  • coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce con fazzoletti di carta monouso da smaltire correttamente e lavarsi le mani
  • isolarsi volontariamente a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale
  • evitare il contatto stretto con persone ammalate
  • evitare di toccarsi occhi, naso o bocca
La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione della malattia

Il vaccino antinfluenzale NON deve essere somministrato:

  • al di sotto dei sei mesi di età per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce di età
  • soggetti che abbiamo manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose o una reazione grave /anafilassi) a un componente del vaccino
  • in corso di malattia febbrile.

Il vaccino può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini se necessario in sedi corporee diverse.

Per quanto riguarda le reazioni avverse quelle più comuni includono: dolore eritema gonfiore al sito di inoculazione.

Le reazioni sistemiche comuni sono rappresentate da malessere generale, dolori muscolari, febbre che si possono manifestare da 6 a 12 ore dopo la somministrazione del vaccino e possono durare 1-2 giorni.
Sono stati riferiti, in correlazione temporale con la vaccinazione, eventi rari quali: trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche gravi.
La correlazione causale tra la somministrazione del vaccino e tali eventi avversi non è stata dimostrata.

Vaccino antinfluenzale e vaccino Covid

Lo scorso anno, grazie al lock-down e alle misure di protezione individuale l’epidemia influenzale stagionale era stata molto contenuta se non praticamente assente. Quest’anno le misure restrittive per il Covid, grazie anche alla campagna vaccinale, sono ridotte e questo potrebbe consentire alla influenza stagionale di fare nuovamente il suo ingresso con l’avvicinarsi dell’inverno. La vaccinazione antinfluenzale risulta quindi molto indicata specialmente per i soggetti più fragili e nei quali l’influenza potrebbe avere un andamento più complicato. Quest’anno, quindi, la vaccinazione antinfluenzale stagionale viene raccomandata ed offerta attivamente a persone per le quali potrebbe essere indicata anche la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 (es. gruppi target della dose addizionale o booster, persone over 60 non ancora vaccinate, etc…)

Nelle schede tecniche dei vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 autorizzati da EMA non sono presenti, a tutt’oggi, delle indicazioni sulla somministrazione contemporanea con altri vaccini. Tuttavia alcune autorità di Sanità Pubblica internazionali e relativi Comitati Consultivi compresa AIFA (vedi nota congiunta del Ministero della Salute, CSS, AIFA e ISS: “Intervallo temporale tra la somministrazione dei vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 e altri vaccini”, hanno dato parere favorevole alla somministrazione contemporanea dei due vaccini nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale.

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