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HPV: arriva il vaccino nonavalente. Anche per i maschi

Intervista alla dott.ssa Roberta Daccò, responsabile servizio ginecologia CDI

L’infezione da HPV è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa in entrambi i sessi e la persistenza di tipi di HPV ad alto rischio è la causa primaria del carcinoma della cervice uterina, il primo tumore ad oggi riconosciuto dall’OMS come riconducibile ad una infezione. Questa famiglia di virus è stata inoltre individuata come una delle cause di neoplasia a carico di vagina, vulva, ano, nonché responsabile delle lesioni condilomatose dell’apparato urogenitale.

Quali sono i vantaggi che la vaccinazione anti HPV ha portato?
Lo sviluppo di vaccini in grado di prevenire le infezioni da HPV, e di conseguenza l’evoluzione a lesioni precancerose, ha offerto la possibilità, per la prima volta in oncologia, di intervenire nei soggetti sani con una vera e propria prevenzione primaria. I vaccini anti HPV sono costituiti da particelle simil virali, come gusci vuoti del virus, sintetizzati in laboratorio, quindi non hanno nessuna capacità di riprodursi o di infettare l’organismo. Dopo la vaccinazione l’organismo inizia a produrre anticorpi contro il virus impedendogli di provocare un’infezione e le sue conseguenze. La durata della vaccinazione finora proposta è sicura e duratura nel tempo: i dati finora disponibili hanno potuto dimostrare un’efficacia fino ad almeno 10 anni Ad oggi nel mondo sono state somministrate più di 205 milioni di dosi di vaccino quadrivalente ed i dati confermano il buon profilo di sicurezza, i comuni eventi avversi sono di tipo locale (dolore, indurimento, rossore in sede di iniezione) con risoluzione spontanea e di breve durata. Non è stato rilevato alcun aumento del rischio di sviluppare patologie autoimmuni nei soggetti vaccinati, non sono state riportate conseguenze sfavorevoli maggiori. Di contro si è ottenuto una significativa riduzione della circolazione dei virus presenti nel vaccino, con conseguente diminuzione dei casi di condilomatosi e di lesioni di qualsiasi grado (CIN).

Qual è stata la risposta delle donne in merito alla vaccinazione?
Il raggiungimento e il mantenimento nel tempo di un’adeguata copertura vaccinale sono fondamentali per l’efficacia di un programma di vaccinazione attivo. La percentuale di copertura auspicata dal Ministero nel 2007 (95% delle coorti attivamente chiamate) è ben lungi dall’essere stata raggiunta. Il tasso di copertura nazionale delle dodicenni, assestatosi negli ultimi anni intorno al 70%, è recentemente calato a meno del 60% ,le ragioni di questa difficoltà a comunicare in modo appropriato i benefici della prevenzione vaccinale alla popolazione sono molteplici: disinformazione e pregiudizi sui vaccini in generale ed in particolare sulle malattie HPV correlate.
Il papillomavirus, infatti, è ubiquitario, vale a dire che ognuno di noi vi entra in contatto ed è oggetto di una infezione temporanea nel corso della propria vita ma solitamente le difese immunitarie locali dell’ospite – se in buona salute e in assenza di altri cofattori capaci di ridurne l’efficacia – sono nella stragrande maggioranza dei casi capaci di circoscrivere l’infezione e indurre in breve tempo (mediamente 8-14 mesi) l’eliminazione spontanea . In alcuni casi, tuttavia, l’organismo non riesce ad eliminare il virus, specie i sottotipi ad alto rischio e a potenziale oncogeno, che riesce a persistere e ad integrarsi nel genoma dell’ospite immortalando la cellula squamosa colpita e innescando il meccanismo della trasformazione tumorale.

Finalmente la vaccinazione è disponibile anche per i ragazzi
Da questo anno anche il Ministero della salute Italiano ha preso atto della necessità di allargare la possibilità della vaccinazione gratuita anche ai maschi al fine di agire anche sui “serbatoi” del virus e ridurne ulteriormente la circolazione : già molte regioni hanno attivato la campagna vaccinale “gender neutral” con chiamata attiva ai 12enni di entrambi i sessi.

Parliamo dal nuovo vaccino nonavalente
L’analisi dei risultati raggiunti a livello internazionale dopo più di un decennio di vaccinazione hanno peraltro permesso di verificare che l’immunizzazione è efficace solo per i sottotipi di virus presenti nel vaccino, non verificandosi una copertura crociata verso gli altri virus HPV che possono causare le medesime problematiche. Da qui è nata la necessità di offrire una protezione diretta e duratura contro il numero maggiore di virus possibili Nel 2015 è stato approvato il nuovo vaccino Nonavalente che da quest’anno è disponibile anche in Italia e presso il CDI. Questo vaccino contiene 9 tipi di HPV ed ha una efficacia dimostrata nella prevenzione delle patologie causate da 9 tipi di HPV 6,11,16,18,31,33,45,52 e 58: il suo utilizzo su larga scala consentirà di prevenire in entrambi i sessi lo sviluppo di cancri e lesioni precancerose del collo dell’utero, della vulva, della vagina, dell’ano e le lesioni anogenitali benigni esterne (condilomi).
Questo nuovo vaccino sarà sicuramente molto utile non solo nei programmi di vaccinazione universale per gli adolescenti di entrambi i sessi, che non hanno ancora avuto il debutto sessuale, ma anche per tutte quelle donne già attive sessualmente che potenzialmente potrebbero aver già contratto il virus ma magari non tutti i tipi oncogeni dello stesso. Anche le donne già trattate in precedenza per lesioni precancerose possono trarre ulteriore giovamento dalla vaccinazione nonavalente con una evidente riduzione del rischio di recidive.

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