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Fibrillazione atriale: il battito irregolare che non va ignorato

Scopri cos’è la fibrillazione atriale, come riconoscerla e perché è fondamentale una diagnosi precoce per prevenire ictus e complicanze cardiache. Intervista al dott. Alberto Diano, cardiologo CDI

La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca di gran lunga più frequente negli adulti. Si verifica quando gli atri (una parte del cuore) si contraggono in modo irregolare.

Questo ritmo irregolare può essere percepito come palpitazioni, affaticamento, fiato corto o sensazione di “cuore in gola”, ma a volte la fibrillazione atriale è asintomatica e viene scoperta casualmente durante un controllo cardiologico o un ECG.

Perché è pericolosa

La fibrillazione atriale non è una semplice irregolarità del ritmo cardiaco, ma rappresenta un importante fattore di rischio per l’ictus cerebrale.
Infatti, siccome gli atri non si contraggono in modo ordinato ed efficace, il sangue può ristagnare al loro interno e formare coaguli (trombi).
Se un trombo si stacca, può viaggiare fino al cervello e causare un ictus.

Inoltre, se non trattata, la fibrillazione atriale può causare scompenso cardiaco e problemi alle valvole cardiache.

Come si riconosce

I sintomi più comuni sono:

  • Palpitazioni o sensazione di battito accelerato e irregolare
  • Affanno o fiato corto
  • Stanchezza, facile affaticabilità e capogiri
  • Dolore o fastidio toracico

Tuttavia, è importante ricordare che fino a un terzo dei pazienti non avverte alcun sintomo. Per questo motivo è importante controllare periodicamente il ritmo cardiaco, soprattutto dopo i 60 anni o in presenza di fattori di rischio cardiovascolare, ed effettuare controlli cardiologici regolari.

Come si scopre

La diagnosi di fibrillazione atriale si effettua con un semplice elettrocardiogramma (ECG), che mostra alterazioni elettriche e irregolarità dei battiti.

L’Holter cardiaco delle 24 ore è lo strumento più efficace per individuare episodi non continui (fibrillazione atriale parossistica, cioè che “compare e scompare”) e per monitorare la frequenza cardiaca della fibrillazione atriale nel corso della giornata.

Fattori di rischio principali

La probabilità di sviluppare fibrillazione atriale è più alta nei soggetti con:

  • Ipertensione arteriosa
  • Cardiopatia ischemica o patologie delle valvole cardiache
  • Diabete e obesità
  • Apnee notturne
  • Età avanzata
  • Eccessivo consumo di alcol
  • Familiarità per aritmie

Molti di questi fattori possono essere corretti o controllati con adeguato stile di vita e con i farmaci.

Terapia e prevenzione delle complicanze

L’obiettivo del trattamento è prevenire l’ictus (grazie ai farmaci anticoagulanti) e mantenere un ritmo cardiaco regolare o comunque a una frequenza controllata (con farmaci antiaritmici e betabloccanti).

In alcuni casi, il Cardiologo può suggerire l’ablazione transcatetere, un piccolo intervento che va a “bruciare” i cortocircuiti che causano l’aritmia.

Adottare uno stile di vita sano, con attività fisica regolare, alimentazione equilibrata e controllo dei fattori di rischio, è parte integrante della cura.

Quando rivolgersi al cardiologo

Se avverti battiti irregolari, palpitazioni o fiato corto, è importante consultare ilCardiologo per una valutazione approfondita, senza aspettare e perdere tempo!

Una diagnosi precoce e una terapia mirata permettono di curare la fibrillazione atriale o di conviverci, riducendo il rischio di ictus e di complicanze cardiache.

Niente di grave… se non la si trascura

La fibrillazione atriale è un disturbo frequente ma curabile e controllabile.
Riconoscerla in tempo, trattarla correttamente e non sottovalutare i sintomi significa proteggere cuore e cervello. Un controllo oggi può evitare al paziente di sviluppare danni anche gravi domani.


Bibliografia

  • 2024 ESC Guidelines for the management of atrial fibrillation. European Heart Journal.
  • Ministero della Salute. Fibrillazione atriale: sintomi, diagnosi e prevenzione dell’ictus.
  • American Heart Association. Understanding atrial fibrillation (AFib).

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