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Ciclismo ed inquinamento

Intervista al dott. Attilio Pietra, pneumologo CDI

Il ciclismo, in tutte le sue forme, è una splendida attività sportiva adatta ai soggetti di tutte le età, consigliata anche in molte malattie (come in casi di cardiopatia ischemica), ma non scevra di pericoli. Il primo è certamente legato alla ancora insufficiente rete di piste ciclabili e allo scarso rispetto verso i ciclisti degli altri utenti della strada, ma esistono anche dei rischi connessi alle condizioni ambientali in cui svolgiamo la nostra attività fisica.

Ciclismo urbano: quali sono i rischi per la salute?
Le città italiane sono tra le più inquinate d’Europa a causa del traffico automobilistico, del riscaldamento domestico e, ad esempio in pianura padana, dalle particolari condizioni geografiche che rendono più difficile il ricambio dell’aria. Il ciclista urbano si trova ad inalare una miscela di composti tossici e nocivi, come il particolato, il monossido di azoto, i nitriti e nitrati ed infine l’ozono (presente anche nei mesi estivi). Va inoltre considerato che, durante l’esercizio fisico, aumentano la frequenza e la profondità del respiro e quindi la quantità di aria che viene scambiata con l’ambiente, con conseguente aumento dell’esposizione agli inquinanti.
Tutte queste sostanze hanno un effetto “diretto”, irritante, sulle vie aeree e vi sono inoltre chiare evidenze che l’esposizione cronica possa favorire l’insorgenza di malattie respiratorie quali asma bronchiale, bronchite cronica e patologie cardiovascolari.
Il problema è particolarmente importante per chi già appartiene a gruppi “vulnerabili” come pazienti con cardiopatie ischemiche o asmatici in cui una attività fisica in un luogo molto inquinato può determinare la comparsa di sintomi immediati quali tosse, mancanza di fiato o tardivi come i risvegli notturni per “fame d’aria”.

Pedalare in città: è consigliato?
Una pedalata in città è quindi sconsigliabile? Certamente no: anche nelle grandi metropoli è ben diverso percorrere una grossa arteria dal traffico congestionato, “stop and go”, come una circonvallazione piuttosto che un’area verde come i parchi. Possiamo quindi andare a pedalare usando un minimo di accortezza e di buon senso, privilegiando le zone verdi ed evitando le arterie molto trafficate e, soprattutto in presenza di una malattia respiratoria o cardiovascolare, evitando le giornate con i picchi elevati di inquinamento e le fasce orarie in cui questi raggiungono il massimo.
Si rammenta inoltre che negli asmatici, l’inalazione di aria fredda e umida (nebbia) o fredda e secca, di per sé, indipendentemente dalla presenza di inquinanti aerei, può scatenare attacchi d’asma e che quindi la pratica sportiva in queste condizioni “estreme” è sconsigliata
E’possibile fare altro? Spesso nel traffico cittadino ci capita di vedere dei ciclisti che cercano di proteggere le vie aeree usando mascherine. Le più usate sono le maschere ad uso sanitario o le maschere antipolvere (per edilizia), che però sono pensate per bloccare grosse particelle, e sono inefficaci verso il particolato, che ha un diametro molto piccolo. Sono disponibili in commercio delle maschere con filtri a carboni attivi, che danno maggiori garanzie verso il particolato, ma che richiedono una attenta manutenzione dei filtri.

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