Approfondimenti

Il tumore alla cervice uterina e l'HPV

In Italia, ogni anno si registrano circa 2.400 nuovi casi di tumore alla cervice uterina.

Secondo il rapporto “Global Cancer Statistics 2020”, redatto dall’American Cancer Society (ACS) e dalla International Agency for Research on Cancer (IARC), il tumore della cervice uterina si colloca al quarto posto tra i tumori più comuni nelle donne. In Italia rappresenta l’1,3% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne (dati Artium-Aiom 2020) e ogni anno sono circa 500 le donne che muoiono per questa tipologia di tumore.
Nella quasi totalità dei casi, il tumore alla cervice uterina è causato dall’infezione da Papillomavirus Umano (HPV), un virus che si trasmette per via sessuale, molto diffuso soprattutto nelle persone giovani.

Il rischio di sviluppo di cancro dipende da vari fattori tra cui:

  • scarso accesso alla prevenzione
  • elevato numero di partner sessuali
  • inizio precoce dell’attività sessuale
  • stati immunodepressivi
  • fumo di sigaretta
  • contraccezione ormonale
  • infezione da tipi ben identificati di HPV (in particolare, i genotipi HPV16 e HPV18 sono associati a circa il 70% dei casi di tumore)
  • infezione contemporanea da Clamidia.

One woman dies of cervical cancer every two minutes…Each one is a tragedy, and we can prevent it (Call to Action - May 2018: Cervical Cancer: An NCD We Can Overcome)

Ma il tumore alla cervice uterina si può prevenire ed è curabile se riconosciuto e trattato precocemente. Proprio per questa ragione, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha lanciato il 17 novembre 2020 una sfida, la Strategia globale per accelerare l’eliminazione del tumore della cervice quale problema di salute pubblica, un obiettivo da raggiungere in pochi decenni.

Cos'è l'HPV

Fino a poco tempo fa il principale mezzo con cui le donne potevano difendersi dal carcinoma del collo dell’utero era unicamente sottoporsi a regolari controlli ginecologici con periodica esecuzione del Pap-test. L'esame, da quando è stato introdotto negli anni Cinquanta a oggi, ha permesso di ridurre di sei-sette volte l'incidenza del carcinoma della cervice uterina nei Paesi occidentali. Il fattore che negli ultimi anni ha rivoluzionato la diagnosi e la prognosi è stata la scoperta che nel 97% dei casi questo tumore sia causato da un’infezione da un virus HPV. Il virus del papilloma umano (HPV, dall'inglese Human Papilloma Virus) è in realtà una famiglia di virus a DNA che infettano le cellule epiteliali squamose, cioè le cellule che ricoprono la superficie della pelle e delle mucose, quali i tessuti di rivestimento di bocca, gola, cervice, vulva, vagina e ano.

Secondo i dati riportati dall’International HPV Reference Center sono più di 225 i tipi di HPV ad oggi identificati. In base alla loro capacità di causare lesioni precancerose, questi sono classificati come HPV ad alto rischio e a basso rischio. La maggior parte delle infezioni diagnosticate è dovuta ai genotipi oncogeni HR-HPV, ovvero HPV 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68, 73 e 82. Nello specifico, i genotipi HPV 16 e 18 sono correlati a circa il 70% di tutti i tumori cervicali in tutto il mondo e i tipi 31, 33, 45, 52 e 58 causano un ulteriore 20%7. I genotipi a “basso rischio”, invece, sono principalmente rappresentati da HPV 6 e HPV 11 e sono più comunemente responsabili di lesioni proliferative benigne o di basso grado.
Nella maggior parte dei casi l'infezione causata da un virus HPV passa inosservata poiché non provoca effetti di rilievo e spesso si risolve senza che la paziente se ne sia accorta. Nel 70-90% dei casi il sistema immunitario dell'organismo riesce, infatti, a debellare il virus spontaneamente nell’arco di due anni. Quando però l'infezione da parte di un ceppo ad alto rischio persiste e non viene trattata, può dare origine, in un tempo stimato anche di cinque anni, a lesioni cellulari precancerose che possono guarire spontaneamente o, raramente, evolvere in un vero e proprio tumore, anche a distanza di vent'anni. Non vi è modo però di prevedere quali lesioni regrediranno da sole e quali invece no.

I ceppi di HPV responsabili del 70% di tutti i tumori della cervice uterina sono il 16 e il 18, quelli contro cui sono diretti entrambi i vaccini anti-HPV oggi utilizzati.
Le infezioni da HPV sono molto diffuse e sono le principali infezioni a trasmissione sessuale. Si stima che ben otto donne su 10, sessualmente attive, contraggano un virus HPV, di qualunque tipo, nel corso della loro vita e che circa il 50% di esse si infetti con un ceppo ad alto rischio. Per i ceppi che attaccano le zone genitali il contagio avviene tramite contatto fisico, in particolare durante i rapporti sessuali, L'uso del preservativo, spesso indicato per difendersi dalle malattie a trasmissione sessuale, in questo caso può ridurre il rischio di contagio, ma non protegge completamente dall'infezione in quanto ci si può infettare anche attraverso il contatto di regioni della pelle non coperte dal profilattico.

Questo tipo di infezione è estremamente insidiosa in quanto la maggioranza delle persone infette non se ne accorge, ma può comunque trasmettere il virus ad altri e avere un partner stabile da molto tempo non è garanzia di sicurezza contro l'infezione. Il contatto con il virus potrebbe essere avvenuto in una precedente relazione anche molti anni prima, senza manifestare alcun sintomo.
Tutte queste considerazioni fanno sì che la diagnosi precoce dell’infezione da HPV sia estremamente importante allorquando si riscontrino alterazioni anche lievi del Pap-test.

Tramite un semplice prelievo del muco e delle cellule del collo dell’utero si può eseguire la ricerca della presenza dei virus HPV cosiddetti ad alto rischio: la negatività o positività all’esame cambia in maniera sostanziale il tipo di screening successivo a cui la paziente si deve sottoporre e, di conseguenza, anche la prognosi.

Il vaccino

I vaccini disponibili per la prevenzione delle infezioni da HPV sono: il vaccino bivalente che protegge dai genotipi 16 e 18; il vaccino quadrivalente che protegge dai genotipi HPV 6, 11, 16 e 18; il vaccino nonavalente che, oltre ai tipi HPV 6, 11, 16, e 18, include i tipi 31, 33, 45, 52 e 58, cioè quelli a elevato rischio oncogeno più diffusi, in ordine di frequenza, dopo i tipi 16 e 18.

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