Approfondimenti

Il tifo addominale e la salmonellosi

A cura dell'équipe dell’Ambulatorio di Medicina dei Viaggi del CDI - Centro Diagnostico Italiano

IL TIFO

Che cos’è?
Il tifo o febbre tifoide è unamalattia infettiva sistemica, febbrile, a trasmissione oro-fecale, provocata da un batterio del genere Salmonella, la Salmonella typhi.

Come si trasmette?
Il microrganismo penetra per via orale, riesce a superare la barriera mucosa gastrica grazie al suo elevato potere infettante (occorrono soli 1000 batteri per determinare l'infezione), soprattutto se introdotto insieme a cibi che tamponano il basso pH presente a livello dello stomaco, che può inattivare i batteri.

Arrivato nell'intestino tenue, senza danneggiarlo, raggiunge la lamina propria dove ha luogo la primamoltiplicazione. Imicrorganismi penetrano nei vasellini chiliferi e trovano i linfonodi mesenterici, dove prosegue la loromoltiplicazione.

Raggiungono il dotto toracico, vengono immessi nel torrente circolatorio per poi localizzarsi inmilza,midollo osseo, placche di Peyer (tessuto linfoide intestinale), cellule del fegato (macrofagi epatici), colecisti.

I batteri possono ritrovarsi anche nella bile e quindi nelle feci, attraverso le quali avviene la diffusione dell'infezione.

Quando la batteriemia (presenza di batteri nel sangue) è sufficientemente abbondante, termina il periodo di incubazione e ha inizio la sintomatologia con la positivizzazione dell'emocoltura.

I sintomi
Il tifo addominale (o ileotifo, o febbre tifoide), causato dal batterio Salmonella typhi, è diffuso soprattutto nelle zone a clima caldo e in condizioni igienico-sanitarie scadenti, dove lamalattia è presente allo stato endemico. La malattia, dopo un periodo di incubazione che varia da 3 a 90 giorni, può manifestarsi con febbre elevata, cefalea,malessere, stato stuporoso, tosse e stitichezza (più frequente rispetto alla diarrea). L’infezione può essere anche asintomatica o manifestarsi con sintomi modesti.

La diagnosi
Nella prima settimana dalla comparsa dei sintomi: emocoltura e reazione di Widal (esame del sangue che rivela la comparsa di agglutinine anti-O e anti-H).

Nella seconda settimana e terza settimana: coprocoltura e ricerca antigeni nel sangue.

La terapia
La terapia si basa sull'impiego di antibiotici. Fondamentale è la prevenzione, che deve agire sia suimalati, con l'isolamento e la disinfezione della biancheria e degli effetti personali, sia sui portatori, serbatoi e sorgenti dell'infezione, che devono essere curati e allontanati, fino alla guarigione, dall'ambito professionale, in cui possono diffondere la malattia (preparazione degli alimenti, servizi idrici). Importantissime sono, inoltre, la bonifica dell'ambiente e la vaccinazione dei soggetti a rischio.

Fondamentale anche una adeguata idratazione, che solitamente deve avvenire per via venosa.

Il paziente si considera guarito dopo 3 coprocolture negative, effettuate a giorni alterni.

Il vaccino
La vaccinazione può essere effettuata per via orale o intramuscolare. Somministrazione orale

Il vaccino, attualmente approvato dall’O.M.S. è costituito da S. typhi Ty 21a Berna viva, attenuata, liofilizzata, altamente immunogena e priva di potere patogeno.

Il vaccino orale va somministrato nel corso di una settimana con un totale di tre capsule assunte a giorni alterni (1, 3, 5) con acqua o liquidi non caldi, un'ora prima dei pasti.

Le norme di Sanità prevedono un richiamo ogni 3 anni.

Somministrazione intramuscolare

Il vaccino, attualmente approvato dall’O.M.S. è costituito dal polisaccaride capsulare purificato Vi della Salmonella typhi.

La sede è il deltoide destro o sinistro. Le norme di Sanità prevedono un’iniezione ogni 3 anni.

LA SALMONELLOSI

Che cos’è?
Con il termine salmonellosi si intende un insieme dimanifestazionimorbose causate da Salmonella spp., batteri normalmente presenti nell'apparato gastrointestinale di molti animali, diversi da S.typhi, detti salmonelle "non tifoidee".

Sono oltre duemila le specie di Salmonella che possono ritrovarsi nel tratto intestinale dell’uomo o degli animali (mammiferi, rettili, uccelli e insetti) sia come commensali sia come patogeni.

Come si trasmette?
La salmonellosi si trasmette per via oro-fecale, in particolare attraverso l'ingestione di cibi contaminati da feci animali o umane infette, che però non presentano alcuna alterazione alla vista o all'olfatto perché, se non raramente, il batterio non riesce subito ad iniziare il suo ciclometabolico. Quando ci riesce, questo produce idrogeno solforato (H2S), che emanando uno sgradevole odore fa capire che il cibo è avariato. Le mosche rappresentano il principale vettore.

I cibi più comunemente considerati a rischio sono: carne cruda, uova, pollame, latte non pastorizzato e i suoi derivati, maionese fresca, creme e succhi di frutta non pastorizzati.

I sintomi
Nell'uomo la salmonellosi ha un tempo di incubazione fra le 12 e le 72 ore; la gravità dei sintomi è variabile. Si va da semplici disturbi intestinali (crampi, alcune scariche diarroiche) che si risolvono nell'arco di 24 ore, sino a forme gravi di diarrea con disidratazione, insufficienza renale, febbre elevata, con esito fatale in alcuni casi.

La terapia
La terapia si basa sull'impiego di antibiotici.

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