Oncoematologia

Le neoplasie mieloproliferative croniche (MPN) sono un gruppo di patologie del midollo osseo caratterizzate dall’aumento di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, con un conseguente aumentato rischio di eventi emorragici e trombotici.
Nelle MPN, le cellule staminali emopoietiche, ovvero le cellule midollari progenitrici dei globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine, possono acquisire una o più mutazioni genetiche che gli conferiscono un vantaggio proliferativo ed il rilascio in circolo di una particolare cellula matura (globuli rossi, piastrine, eosinofili, neutrofili, monociti, mastcellule) in quantità superiore rispetto al necessario.
Le persone affette da MPN possono essere asintomatiche o presentare per anni sintomi lievi e gli approfondimenti vengono richiesti da parte dello specialista Ematologo in seguito al riscontro di risultati alterati agli esami di routine di laboratorio, come ad esempio l’emocromo, o segni clinici suggestivi.

Le MPN si suddividono in due sottogruppi, il primo definito Philadelphia-positivo ed il secondo denominato Philadelhia-negativo.

  • Nel primo gruppo si colloca la Leucemia Mieloide Cronica (LMC) ed è una patologia rara caratterizzata dalla presenza nelle cellule midollari del cromosoma Philadelphia conseguente ad una traslocazione bilanciata t(9;22)(q34.1;q11.2). Tale riarrangiamento provoca la formazione di un nuovo gene di fusione chiamato BCR::ABL1 che causa l’alterazione di diversi meccanismi di regolazione del ciclo cellulare. È una malattia con un’incidenza di circa 1-1.5 casi/100.000 abitanti per anno e che colpisce soprattutto in età avanzata senza distinzioni di sesso.
    La ricerca della presenza di questo marcatore molecolare permette oltre alla diagnosi, il monitoraggio nel tempo della risposta alla terapia con farmaci mirati.
  • Il secondo gruppo, definito Philadelphia-negativo, in quanto è assente in questi pazienti il marcatore molecolare, ha un’incidenza stimata di 1.8 casi/100.000 persone-anno ed include la Policitemia Vera (PV), la Trombocitemia Essenziale (TE) e la Mielofibrosi Primaria (PMF).
    La Policitemia Vera (PV) è caratterizzata dalla proliferazione eritroide che determina un aumento dei globuli rossi nel sangue periferico e, nel 50% dei pazienti, può anche essere documentata la proliferazione delle piastrine e dei leucociti. L’incidenza varia fra 0.7 e 2.6 casi/100.000 abitanti per anno e colpisce principalmente persone di sesso maschile con un’età mediana alla diagnosi di 60 anni.
    La Trombocitemia Essenziale (TE) è caratterizzata da una proliferazione persistente e incontrollata della serie megacariocitaria che a livello midollare producono le piastrine. L’incidenza varia tra 0.6 e 2.5 casi/100.000 abitanti per anno e generalmente colpisce pazienti di età superiore ai 50 anni.
    La Mielofibrosi Primaria (PMF) è caratterizzata dalla proliferazione prevalente della serie mieloide e megacariocitaria. Nella fase conclamata della malattia, tale amplificazione si associa alla fibrosi midollare reattiva con una conseguente emopoiesi extramidollare a carico principalmente di milza e fegato. L’incidenza varia fra 0.25 e 1.5 casi/100.000 abitanti per anno con una frequenza crescente all’aumentare dell’età senza differenze di sesso.

Le varianti

  • Ricerca variante V617F nel gene JAK2

Il test di primo livello eseguito sul gene JAK2, localizzato sul braccio corto del cromosoma 9 (9p24) riguarda la ricerca della variante V617F, responsabile della sostituzione nella proteina dell’aminoacido valina con l’aminoacido fenilalanina in posizione 617. Questa sostituzione amminoacidica comporta la produzione di una proteina costantemente attiva, e quindi priva dei meccanismi di controllo, con la conseguente proliferazione incontrollata delle cellule del midollo osseo.
È la mutazione più frequente nei pazienti affetti da malattie mieloproliferative Ph-, essendo presente in oltre il 95% di pazienti con policitemia vera, in circa il 50%-60% dei pazienti affetti da trombocitemia essenziale e nel 50% dei pazienti affetti da mielofibrosi primaria.
La rilevazione di tale variante è stata inserita tra i criteri maggiori per la conferma diagnostica delle neoplasie mieloproliferative croniche BCR-ABL negative (WHO, 2017)

  • Ricerca varianti nell’esone 12 nel gene JAK2

Circa il 4% dei pazienti con un sospetto di Policitemia Vera non presentano la variante V617F nel gene JAK2, ma risultano portatori di una variante patogenetica nell’esone 12 del gene JAK2. Questo test di secondo livello va eseguito qualora il test di primo livello risulti negativo per completare la caratterizzazione dei pazienti con un forte sospetto clinico di policitemia vera e consiste nel sequenziamento diretto dell’esone 12.

  • Ricerca delle varianti di tipo1 e di tipo 2 nel gene CARL

Il gene CALR è localizzato sul cromosoma 19p32.2 e codifica per una proteina, la Calreticulina, che è coinvolta nella sintesi di glicoproteine, nell’omeostasi del calcio e nella morte cellulare programmata. In letteratura sono state descritte le mutazioni somatiche di CALR ed è stato dimostrato che la presenza di varianti nei pazienti con trombocitemia essenziale e mielofibrosi primaria risultati negativi per le mutazioni di JAK2, è del 30%. Le mutazioni a carico del gene CALR sono inserzioni o delezioni dell’esone 9 e le due principali mutazioni, costituenti circa l’85% di tutti i casi mutati, sono delezioni di 52 basi (mutazioni di tipo 1) o inserzioni di 5 basi (mutazioni di tipo 2).

  • Ricerca delle varianti W515L e W515K nel gene MPL

Il gene MPL è localizzato sul cromosoma 1p34.2 e codifica per il recettore per la trombopoietina, che promuove la proliferazione dei megacariociti e svolge un ruolo anche nel mantenimento delle cellule staminali ematopoietiche all’interno del midollo osseo. Le mutazioni somatiche nel gene MPL sono a carico dell’esone 10 in posizione amminoacidica 515 dove il triptofano viene sostituito o con una leucina o arginina, rendendo il gene costitutivamente attivo. Mutazioni in questo gene sono presenti nel 4-5% di pazienti affetti da trombocitemia essenziale e nel 7-10% in quelli affetti da mielofibrosi primaria.

Il Centro Diagnostico Italiano dispone di questi test per i pazienti:

Per informazioni: Laboratorio di Genetica Molecolare e Citogenetica

genetica@cdi.it

elena.mandorino@cdi.it (PSICOLOGA)

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