Ne parliamo con la dott.ssa Elena Barbieri, endocrinologa CDI

Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse e in rapida crescita a livello globale. Secondo le stime più recenti, 589 milioni di adulti tra i 20 e i 79 anni convivono con questa condizione, pari all’11,1% della popolazione mondiale in questa fascia d’età. E il futuro non è rassicurante: si prevede che entro il 2050 il numero salirà a 853 milioni, ovvero il 13%.
Una delle sfide più grandi è la mancata diagnosi: 252 milioni di persone non sanno di avere il diabete. Questo ritardo può portare a complicanze gravi, spesso irreversibili. Inoltre, 158 milioni di adulti con diabete hanno più di 65 anni, rendendo la gestione della malattia ancora più complessa.
Ma il problema non si limita al diabete diagnosticato. 635 milioni di adulti presentano una tolleranza al glucosio alterata, una condizione che può evolvere in diabete di tipo 2 se non trattata.
Anche il diabete di tipo 1 merita attenzione: 9,1 milioni di persone ne sono affette, e il 69% ha tra i 20 e i 59 anni. Inoltre, circa 1 nascita su 5 (23 milioni) è influenzata da iperglicemia in gravidanza, con rischi per madre e bambino.
Nel 2024, il mondo ha speso oltre 1 trilione di dollari per la gestione del diabete, pari al 12% della spesa sanitaria globale. E le conseguenze sono drammatiche: 3,4 milioni di persone sono morte a causa del diabete, rappresentando il 9,3% dei decessi globali.
Cos’è il diabete di tipo 2 e perché è in aumento
Il diabete di tipo 2 è la forma più diffusa di diabete, rappresentando oltre il 90% dei casi a livello globale. Si sviluppa quando le cellule del corpo diventano resistenti all’insulina, causando un aumento della glicemia. Spesso è asintomatico, e può rimanere non diagnosticato per anni, aumentando il rischio di complicanze.
Secondo l’IDF (International Diabet Federation), il diabete è l’ottava causa che più incide sulla salute delle persone, in termini di malattia e qualità della vita e si prevede che diventerà la seconda entro il 2050.
Il diabete in Italia: dati allarmanti
- 5 milioni di adulti con diabete nel 2024.
- 28,5% dei casi non diagnosticati (circa 1.430.900 persone).
- Oltre 2,7 milioni di persone con diabete di tipo 1, di cui 410.000 sotto i 20 anni.
- L’Italia è tra i 10 paesi al mondo con la spesa sanitaria più alta per il diabete.
I principali fattori di rischio da tenere sotto controllo
Monitorare i fattori di rischio è fondamentale per prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2, una condizione sempre più diffusa a livello globale. Alcuni segnali e caratteristiche personali possono aumentare significativamente la probabilità di sviluppare questa malattia. Ecco i principali da tenere d’occhio:
- Età superiore ai 45 anni: con l’avanzare dell’età, il rischio di diabete aumenta.
- Sovrappeso, in particolare addominale: l’accumulo di grasso nella zona addominale è strettamente legato alla resistenza insulinica.
- Stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica regolare è uno dei fattori più comuni.
- Familiarità con il diabete: avere parenti stretti con la malattia aumenta il rischio.
- Diabete gestazionale: le donne che hanno avuto il diabete in gravidanza sono più esposte.
- Peso alla nascita inferiore a 2,5 kg o superiore a 4 kg: anche il peso neonatale può influenzare il rischio futuro.
- Glicemia elevata a digiuno: valori alterati della glicemia sono un campanello d’allarme.
- Ipertensione arteriosa: spesso correlata al diabete, è un indicatore da non sottovalutare.
- Intolleranza ai carboidrati: difficoltà nel metabolizzare gli zuccheri può essere un segnale precoce.
- Appartenenza a gruppi etnici a rischio: alcune popolazioni, come ispanici, asiatici e africani, mostrano una maggiore predisposizione.
Prevenzione del diabete di tipo 2: i consigli della SID
La Società Italiana di Diabetologia (SID) ha stilato un decalogo per prevenire il diabete di tipo 2, valido per tutti, non solo per chi è a rischio:
- Mantieni il peso forma o cerca di raggiungerlo.
- Consuma verdura ad ogni pasto e almeno due porzioni di frutta al giorno.
- Preferisci cereali integrali rispetto a quelli raffinati.
- Limita insaccati e formaggi.
- Mangia legumi e pesce regolarmente.
- Usa olio d’oliva con moderazione.
- Limita dolci e bibite zuccherate.
- Bevi vino con moderazione, evita i liquori.
- Smetti di fumare.
- Fai attività fisica regolare: almeno 30 minuti al giorno o 150 minuti a settimana.
Diabete e lavoro: un problema invisibile ma diffuso
Focus della Giornata Mondiale del Diabete 2025 sono le sfide che le persone affette da diabete devono affrontare in ambito lavorativo.
Il diabete è una condizione cronica che riguarda milioni di persone nel mondo e sempre più spesso coinvolge anche la vita lavorativa. Gestirlo in modo efficace sul posto di lavoro non è solo una questione di salute individuale, ma anche di benessere organizzativo e produttività.
Un ambiente di lavoro attento e informato può fare la differenza, consentendo ai dipendenti con diabete di lavorare in sicurezza e serenità.
- 430 milioni di persone con diabete sono in età lavorativa.
- 3 su 4 vivono ansia o depressione legate alla malattia.
- 4 su 5 soffrono di diabetes burnout.
- Molti lavoratori affrontano discriminazione, stigma e mancanza di supporto.
Sappiamo che il diabete mellito è una condizione in cui l’organismo non produce o non utilizza correttamente l’insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue.
Le due forme principali sono:
- Diabete di tipo 1, che richiede insulina quotidiana.
- Diabete di tipo 2, spesso gestibile con dieta, esercizio fisico e farmaci orali.
Le persone con diabete devono monitorare regolarmente la glicemia, seguire un’alimentazione equilibrata e, in alcuni casi, assumere farmaci o insulina durante la giornata.
Gli ambienti di lavoro spesso non favoriscono uno stile di vita sano: poca attività fisica, alimentazione scorretta e assenza di supporto psicologico aumentano il rischio di diabete e altre malattie croniche.
Il diabete di tipo 2 si può prevenire con scelte consapevoli. Le aziende hanno un ruolo chiave nel promuovere:
- Ambienti di lavoro sani
- Educazione alla salute
- Accesso a screening e supporto psicologico
Le sfide in ambito lavorativo
Nel contesto professionale, il diabete può presentare alcune difficoltà pratiche:
- Orari irregolari o turni lunghi che rendono complicata la gestione dei pasti e dei farmaci.
- Stress e mancanza di pause regolari, che possono influenzare la glicemia.
- Ambienti fisici impegnativi, dove può essere rischioso un episodio di ipoglicemia.
- Scarsa consapevolezza dei colleghi o dei superiori, che può portare a discriminazione o incomprensioni.
Strategie per il lavoratore
Le persone con diabete possono adottare alcune misure per mantenere il controllo della propria salute in ufficio:
- Pianificare pasti e snack
Tenere a disposizione alimenti salutari e una fonte di zuccheri a rapido assorbimento (come succo di frutta o zuccheri semplici) in caso di ipoglicemia. - Monitorare la glicemia regolarmente
Usare glucometri o sensori continui in modo discreto, anche durante l’orario di lavoro. - Gestire lo stress
Tecniche di rilassamento, brevi pause e una buona organizzazione del tempo aiutano a mantenere la glicemia stabile. - Comunicare con discrezione ma chiarezza
Informare un collega o il responsabile HR può essere utile in caso di emergenza. - Mantenersi attivi
Brevi camminate o esercizi leggeri durante la giornata lavorativa favoriscono il controllo glicemico.